STORIA
L'origine del nome è legato alla tradizione religiosa. Tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, furono, nel 253 d.C., deportati in Sicilia per essere qui martirizzati. Durante il loro viaggio verso Lentini, attraversando il luogo dove oggi sorge Sant'Alfio avvenne il cosiddetto "miracolo della trave": un improvviso vento si scatenò violento al loro passaggio, scagliando via la trave che portavano sulle spalle. Nel '600 Sant'Alfio rappresentò una delle sette "torri" della Contea di Mascali. Solo nel 1923 divenne comune autonomo, staccandosi da Giarre, di cui era stato frazione dal 1815. In questo frangente fu aiutato dalle vicine Milo e Fornazzo, che all'epoca erano a loro volta piccole frazioni del paese. Tuttavia anche queste ottennero la loro indipendenza da Sant'Alfio negli anni immediatamente successivi. Nei secoli il paese si sviluppò sempre grazie alla coltivazione tenace della vite, da cui si derivava un vino pregiato, scuro e di elevato tenore alcolico, che raggiungeva le tavole dei cavalieri di Malta e quelle dei generali inglesi. Divenuto nell'Ottocento produttore ed esportatore di vino tra i più importanti dell'area etnea, Sant'Alfio si vide investito da un eccezionale benessere economico che ne incrementò velocemente dimensioni e popolazione. Nel corso del nuovo secolo giunse però una crisi, che negli anni venti fu causa di un violento crollo dei prezzi del vino, dovuto anche alla depressione abbattutasi sui mercati finanziari. Ciò nonostante da qualche anno la produzione vinicola si sta rivalutando grazie all'indipendenza di alcuni produttori locali. Ancor oggi, dunque, il vino è il prodotto più caratteristico, a cui si è aggiunta l'attività di promozione turistica della zona dell'Etna e del suo parco.